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13 agosto 2022 Emergenza Cultura

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«Il volume (una cronaca densa di documenti di prima mano che delinea con toni polizieschi e talvolta sciasciani un ritratto del nostro Paese) si intitola 𝘓𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘮𝘰𝘥𝘦. 𝘜𝘯𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘢, ed è stato pubblicato a maggio del 2022 da Castelvecchi editore nella nuova collana “Antipatrimonio” diretta da Maria Pia Guermandi e Tomaso Montanari. Un progetto editoriale militante, quest’ultimo, nato durante la pandemia con l’intento di portare l’azione di Emergenza Cultura, il sito che da diversi anni promuove un discorso alternativo sulla tutela e sulla gestione del patrimonio culturale, a una più efficace azione di denuncia leggendo i casi contingenti come sintomi di fenomeni politici e sociali più ampi».
«Il quadro che emerge è quello di un apparato pubblico succube delle richieste di un privato a cui è consentito organizzare eventi a scopo di lucro in aree naturali protette, violare norme, usare fondi pubblici e lavoro straordinario di amministrazioni spesso in affanno per ricavarne un guadagno privato. Perché le amministrazioni pubbliche stanno favorendo un singolo, forte, interesse privato? Che cosa ottengono in cambio?»
«Nei documenti del Demanio le spiagge di Coima, e alcune altre fra le più lussuose, non risultano quindi tra quelle che saranno, forse, messe a gara. “Grazie a Dio”, ha detto il presidente dei balneari del lido “in questo momento di incertezza il demanio ci sta aiutando”. Piacerebbe aiutasse anche noi a riprenderci la spiaggia».
«Costituisce quindi un atto gravissimo il fatto che il progetto esecutivo di messa in sicurezza, “già in possesso della Struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico”, non sia preventivamente passato per la valutazione dalla sezione beni archeologici della Soprintendenza BB. CC. AA. di Enna»
«Ha proprio ragione chi sostiene che il patrimonio culturale ha più a che vedere con il presente che con il passato. Tra questi una brillante studiosa italiana, Maria Pia Guermandi, che ha recentemente dato alle stampe un volume esemplare 𝘋𝘦𝘤𝘰𝘭𝘰𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘵𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘰, colmando una lacuna storiografica gravissima del nostro paese».
«Interessante la versione del New York Times che, per spiegare la vicenda ha usato l’argomento che, a differenza degli americani, i frugali olandesi, a causa della loro eredità culturale calvinista, non amano l’ostentazione della ricchezza. Nessun cenno, invece, alle parole di Tom Wesseink, rappresentante della società storica di Rotterdam, che ha semplicemente detto “esistono dei limiti a quello che per il profitto si fa al nostro patrimonio”».
Su Robinson di Repubblica una bella recensione di Simone Verde (che ringraziamo!) di 𝘋𝘦𝘤𝘰𝘭𝘰𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘵𝘳𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪𝘰 di Maria Pia Guermandi. Tra qualche giorno anche sul sito di EC 😉
«Il borgo piace a tutti, e proprio lì sta l’inganno. Se è bello senza condizioni vuol dire che è stato confezionato, smussato, deodorato, per i palati estetici della massa, come un prodotto da banco. Una riduzione a bomboniera che forse sta snaturando la miriade di paesini italiani, montani e non».
«Trovo inaccettabile la retorica su Napoli come città amata dai turisti stranieri, come città tra le più belle e visitate d’Italia quando non si riesce a mantenere un bagno di un museo così importante ai livelli minimi di decenza. Da italiana e da campana provo vergogna per quello che ho visto, una vergogna che però vorrei provassero anche coloro che dovrebbero occuparsi della tutela del patrimonio culturale italiano».

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